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Aaron Paul (Breaking Bad) arrabbiato con Netflix: “Non ricevo un solo centesimo da Netflix a riguardo”

Più di 100.000 attori di Hollywood sono in sciopero dal 13 luglio 2023. Tra le loro richieste, possiamo sottolineare una migliore remunerazione per lo streaming. A questo proposito Aaron Paul, l’uomo che interpretava il personaggio di Jesse Pinkman in Breaking Bad, è arrabbiato con Netflix.

La trasmissione originale della quinta e ultima stagione della serie Breaking Bad è avvenuta nel settembre 2013. Tuttavia, il personaggio di Jesse Pinkman è ancora attaccato alla pelle di Aaron Paul. Oltre ad essere uno dei personaggi principali della serie, è l’unico ad apparire in tutti gli episodi. Anche se la serie continua a suscitare scalpore tra il pubblico giovane, l’attore non riceve nulla dalle piattaforme di streaming.

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E non ha esitato a denunciare questa “ingiustizia”: “Non ricevo un centesimo da Netflix per Breaking Bad ed è pazzesco. Le serie hanno una durata illimitata su queste piattaforme di streaming. L’altro giorno ho visto che Breaking Bad era di tendenza su Netflix, e ha semplicemente senso. Molte di queste piattaforme di streaming sanno che la faranno franca se non pagano alle persone un salario giusto, ma ora è il momento di lesinare.” Tieni presente che l’attore non riceve denaro nemmeno dalla trasmissione dello spin-off di Breaking Bad. Incentrato sul suo personaggio, il film El-Camino è presente su Netflix.

Aaron Paul e altri attori arrabbiati per la retribuzione ingiusta

Per molti sceneggiatori il compenso ricevuto per la distribuzione della propria opera sui siti di streaming è ingiusto. Aaron Paul non è il primo attore a denunciare gli esigui introiti derivanti dalle piattaforme di streaming come Netflix. In effetti, Mandy Moore aveva ricevuto solo 81 centesimi di diritti di ritrasmissione per la serie Questi siamo noi. Netflix e le altre piattaforme di streaming rivelano pochissime informazioni sul numero di utenti che guardano film o serie non recenti.

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È quindi complicato per attori e sceneggiatori avere un’idea chiara di cosa dovrebbero percepire. Per il momento la maggior parte degli studi cinematografici non sembra pronta ad ascoltare le affermazioni degli attori. Anche il capo della Disney (Bob Iger) aveva ritenuto irrealistiche le loro richieste. Lo sciopero che sta arrecando non pochi danni all’economia californiana potrebbe quindi non finire ancora a lungo.

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